IL MISTERO DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

 

misteromaria.pngIn Maria, assunta in cielo, contempliamo colei che per singolare privilegio, è resa partecipe con l’anima e con il corpo della definitiva vittoria di Cristo sulla morte. «Compiuto il corso della vita terrena – dice il Concilio Vaticano II – fu assunta alla gloria celeste in corpo e anima, ed esaltata dal Signore come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, Signore dei signori e vincitore del peccato e della morte» (Lumen Gentium, 59).

San Giovanni Damasceno, considerando l’assunzione corporea della Madre di Dio esclama: «Colei che nel parto aveva conservato tutta la sua verginità, doveva conservare senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Colei che aveva portato nel suo grembo il Creatore, fatto bambino, doveva abitare nei tabernacoli divini. Colei che fu presa in sposa dal Padre, non poteva che trovare dimora nelle sedi celesti. Doveva contemplare suo Figlio alla gloria della destra del Padre, lei che lo aveva visto sulla croce, lei che era stata preservata dal dolore, quando lo aveva dato alla luce, ed era stata trapassata dalla spada del dolore quando lo vide morire. Era giusto che la madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature come Madre e ancella di Dio».

San Germano di Costantinopoli pensava che l’incoronazione e l’assunzione al cielo del corpo della Madre di Dio non solo conveniva alla sua divina maternità ma anche alla speciale santità del suo corpo verginale. Giustamente fu scritto: «Tu sei tutta splendore e il tuo corpo è tutto santo, tutto tempio di Dio. Per questo non poteva conoscere il disfacimento del sepolcro, ma doveva trasfigurarsi in luce di incorruttibilità, entrare in una esistenza nuova e gloriosa, godere della piena liberazione e della vita perfetta».

Il titolo di Regina non sostituisce certo quello di Madre: la sua regalità rimane un corollario della sua peculiare missione materna, ed esprime il potere che le è stato conferito per svolgere tale missione.

Citando la bolla di Pio IX “Ineffabilis Deus”, Pio XII pone in evidenza questa dimensione materna della regalità della Vergine: «Avendo per noi un affetto materno e assumendo gli interessi della nostra salvezza, ella estende a tutto il genere umano la sua sollecitudine». Stabilita dal Signore “Regina del cielo e della terra”, elevata al di sopra di tutti i cori degli angeli e di tutta la gerarchia celeste dei santi, sedendo alla destra del suo unico Figlio, Gesù Cristo, ella ottiene con grande certezza quello che chiede con le sue materne preghiere. I cristiani guardano dunque con fiducia Maria Regina e questo non soltanto non diminuisce, bensì esalta il loro abbandono filiale in colei che è madre nell’ordine della grazia.

Anzi, la sollecitudine di Maria Regina per gli uomini può essere pienamente efficace proprio in virtù dello stato glorioso conseguente all’assunzione. L’assunzione favorisce la piena comunione di Maria non solo con Cristo, ma con ciascuno di noi: ella è accanto a noi, perché il suo stato glorioso le permette di seguirci nel nostro quotidiano itinerario terreno. Lungi, pertanto, dal creare distanza tra noi e lei, lo stato glorioso di Maria suscita una vicinanza continua e premurosa. Ella conosce tutto ciò che accade nella nostra esistenza e ci sostiene con amore materno nelle prove della vita. Assunta alla gloria celeste, Maria si dedica totalmente all’opera di salvezza per comunicare ad ogni vivente la felicità che le è stata concessa. È una Regina che dà tutto ciò che possiede partecipando soprattutto la vita e l’amore di Cristo.

 

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