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NOVENA A SANT’AGOSTINO ( Si festeggia il 28 Agosto)

                           

(Ripetere interamente per nove giorni)

I - Per quella vivissima consolazione che VOI, o glorioso s. Agostino, arrecaste a s. Monica vostra madre e a tutta quanta la Chiesa, allorquando, animato dall'esempio del romano Vittorino o dai discorsi ora pubblici, ora privati del gran Vescovo di Milano, s. Ambrogio, e di s. Simpliciano e di Alipio, risolveste finalmente di convertirvi, ottenete a noi tutti la grazia di approfittare continuamente degli esempi e dei consigli dei virtuosi, onde arrecare al cielo tanto di gioia colla nostra vita avvenire, quanto di tristezza gli abbiamo causato con tanti mancamenti nella nostra vita, passata.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

 

II - Per quella fervorosa riconoscenza onde, appena convertito, vi deste a studiare la divina legge tanto da noi violata, e ad eccitare negli altri l'amore e la stima cogli ammirabili trattati dell'Anima, della Provvidenza o della Vita felice; quindi appena rigenerato alla grazia per mezzo del santo battesimo, intuonaste unitamente a s. Ambrogio un inno affatto nuovo, il quale non respira che la fede la più viva, o la carità la più ardente, ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre riconoscenti a tutti i favori del cielo, onde impegnare l'Altissimo a diffonderne sopra di noi una copia sempre maggiore.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

 

III - Per quell'ardentissimo zelo onde in tutto il tempo di vostra vita vi applicaste a confutare e a convertire ogni sorta di eretici e specialmente i Manichei ch'erano stati i maestri ed i complici delle vostre giovanili licenze, ottenete a noi tutti la grazia di procurare con ogni sforzo la conversione dei cattivi, e il miglioramento dei buoni, per così riparare gli scandali che potessimo aver dati col nostro viver poco conforme alla fede santissima che professiamo.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

 

IV - Per quell'umiltà profondissima onde voi, o glorioso s. Agostino, vi riputaste sempre indegno, non solo d'ogni ecclesiastica dignità, ma ancora della sacerdotale ordinazione; e per quella fedeltà inalterabile, con cui, ordinato, vostro malgrado, dal santo vescovo Valerio, disimpegnaste tutti gli uffici a voi affidati di predicatore, di vicario, e osservaste tutto lo regole del nuovo Ordine monastico da voi instituito, ottenete a noi tutti la grazia di riputarci sempre immeritevoli di qualunque carica, di qualunque distinzione, e di adempiere sempre esattamente tutti gli obblighi del nostro stato.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

 

V - Per quell'abbondanza di lumi soprannaturali, dei quali foste arricchito, o glorioso s. Agostino, per cui diveniste il flagello più terribile di tutti i nemici del Cristianesimo, il maestro di tutti i sapienti, l'anima di tutti i Concilii, l'oracolo di tutta la Chiesa, fino ad essere da S. Paolino chiamato il Sole della terra, o da Sulpizio un'ape industriosa che mentre nutrisce col suo miele tutti i fedeli, uccide col suo pungiglione tutti gli eretici, ottenete a noi tutti la grazia di impiegare sempre lo nostre forze corporali o spirituali a sostenere o difendere la verità della fede, e procurar sempre maggiore la dilatazione e la gloria della comun madre la Chiesa.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

 

VI - Per quella custodia singolare che voi aveste, o glorioso s. Agostino, della vostra purità e dell'altrui riputazione, per cui, dopo la vostra conversione, non soffriste mai la compagnia di persone mormoratrici, ottenete a noi tutti la grazia di odiare e di fuggire tutto quello che potesse contaminare anche leggermente la nostra coscienza o l'altrui fama.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

 

VII - Per quell'ammirabile sollecitudine con cui voi, o glorioso s. Agostino, rivedeste nella vostra vecchiaia tutto quante le vostre opero e ritrattaste in apposito libro tutto le sentenze che vi sembravano meno esatte, o per quella vivissima carità, onde nell'assedio che desolava la vostra carissima Ippona, domandaste al Signore la grazia d'essere come il divino pastore, sacrificato perla salute delle proprio pecore, ottenete a noi tutti la grazia di emendare con prontezza ogni errore, di sopportar con rassegnazione tutte lo avversità della terra, e d'esser sempre disposti a perdere anche la vita poi bene dei nostri fratelli, onde partecipare con voi all'eterna beatitudine dei paradiso.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

 

Fonte: http://rosarioonline.altervista.org/