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SIRACUSA  - 1953

 

Madonna delle lacrime

Antonina Giusto e Angelo Iannusco si erano sposati nel mese di marzo del 1953 e vivevano in una modesta casa di lavoratori, sita in via degli Orti di san Giorgio n. 11 a Siracusa. Antonina rimase incinta e iniziò ad accusare gravi dolori e convulsioni; spesso pregava ed elevava litanie per implorare il soccorso della Santa Vergine Maria. La mattina del 29 agosto 1953, alle ore 8.30, il quadretto di gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria SS., presso il quale la donna si rivolgeva spesso in preghiera, versò lacrime umane. Il fenomeno, che si ripeté più volte, attirò una moltitudine di persone che volevano vedere con i propri occhi e assaggiare quelle lacrime. I testimoni dell'evento miracoloso erano di ogni età e condizione sociale. Il quadretto di gesso fu collocato all'aperto fuori dell'appartamento per dare la possibilità a quella massa enorme di devoti, e anche di curiosi, di osservarlo e adorarlo. Alcune persone bagnarono dell'ovatta nel liquido lacrimoso della Madonna e la portarono dai loro parenti infermi; quando quest'ovatta fu passata sui corpi degli infermi si ebbero le prime guarigioni miracolose. La signora Iannusco fu tra i primi privilegiati: le convulsioni e i dolori cessarono immediatamente e partorì un bambino sano e robusto. La notizia delle guarigioni straordinarie si diffuse a largo raggio e da tutte le parti affluirono devoti per venerare quest'effigie di Maria SS. che in pochi mesi divenne meta di oltre due milioni di pellegrini. Contemporaneamente all'episodio narrato furono prodotte anche molte illustrazioni raffiguranti gli altri fenomeni simili avvenuti a Calabro di Mileto e Porto Empedocle nello stesso anno. Il liquido lacrimale fu esaminato in laboratorio e venne confermato come autenticamente umano. Il giudizio definitivo dell'Episcopato siciliano fu basato sul fatto che la realtà della lacrimazione continua non poteva essere ignorata e che con questa manifestazione la Madre di Dio voleva dare a tutti l'avvertimento di fare penitenza. Il documento emesso dall'Episcopato siciliano così conclude: «... Fanno voti che tale manifestazione della Madre celeste spinga tutti a fare penitenza e a più viva devozione verso il Cuore Immacolato di Maria, auspicando la sollecita costruzione di un santuario che perpetui la memoria del prodigio. Palermo, 12 dicembre 1953. • Ernesto Card. Ruffini, Arcivescovo di Palermo». A sua volta papa Pio XII, dopo aver ricordato i molti santuari dell'isola, roccaforti della fede dei Padri, pronunziò parole memorabili per manifestare alla Radio Vaticana, nel 1954, la posizione ufficiale della Chiesa: «Certamente la Santa Sede non ha manifestato finora in alcun modo il suo giudizio intorno alle lacrime che si dissero sgorgate da una effigie di Maria SS. in un umile casa di lavoratori; tuttavia non senza viva commozione, prendemmo conoscenza della unanime dichiarazione dell'Episcopato della Sicilia sulla realtà di quell'evento. Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre né dolore né mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della croce ove era appeso il Figliuolo. Comprenderanno gli uomini il linguaggio di quelle lacrime? ...».