PREGARE IL SILENZIO  (1)

N. 30

 

Dio ha creato anche il silenzio.

Il silenzio “risuona” nell'universo.

Pochi sono convinti che il silenzio possa essere la lingua più adatta per la preghiera.

C'è chi ha imparato a pregare con le parole, solo con le parole.

Ma non riesce a pregare con il silenzio.

“...Un tempo per tacere e un tempo per parlare...” (Ecclesiaste 3,7).

Qualcuno, però, anche condizionato dalla formazione ricevuta, il tempo per tacere nella preghiera, e non solo nella preghiera, proprio non riesce ad indovinarlo.

La preghiera “cresce” dentro di noi in maniera inversamente proporzionale alle parole o, se preferiamo, il progresso nella preghiera è parallelo al progredire nel silenzio.

L'acqua che cade in una brocca vuota fa molto rumore.

Quando però il livello dell'acqua aumenta, il rumore si attenua sempre più, fino a sparire del tutto perché il vaso è colmo.

Per molti, il silenzio nella preghiera risulta imbarazzante, quasi sconveniente.

Non si sentono a loro agio nel silenzio. Affidano il tutto alle parole.

E non si rendono conto che unicamente il silenzio esprime il tutto.

Il silenzio è pienezza.

Stare in silenzio nella preghiera equivale a stare in ascolto.

Il silenzio è la lingua del mistero.

Non ci può essere adorazione senza silenzio.

Il silenzio è rivelazione.

Il silenzio è il linguaggio delle profondità.

Potremmo dire che il silenzio non rappresenta tanto l'altra faccia della Parola, ma è Parola esso stesso.

Dopo aver parlato, Dio tace, ed esige da noi il silenzio, non perchè la comunicazione sia terminata, ma perchè restano altre cose da dire, altre confidenze, che possono essere espresse unicamente dal silenzio.

Le realtà più segrete vengono affidate al silenzio.

Il silenzio è il linguaggio dell'amore.

E' il modo adottato da Dio per bussare alla porta.

Ed è anche il tuo modo di aprirGli.

Se le parole di Dio non risuonano come silenzio, non sono nemmeno parole di Dio.

In realtà Lui ti parla tacendo e ti scolta senza sentirti.

Non per nulla i veri uomini di Dio sono dei solitari e dei taciturni.

Chi si avvicina a Lui, si allontana necessariamente dalle chiacchiere e dal rumore.

E chi Lo trova, normalmente non ritrova più le parole.

La vicinanza di Dio ammutolisce.

La Luce è esplosione di silenzio.

Nella tradizione Ebraica, parlando della Bibbia, c'è un famoso detto Rabbinico conosciuto anche come Legge degli spazi bianchi.

Dice così: “...Tutto è scritto negli spazi bianchi tra una parola e l'altra; il resto non conta...”.

Oltre che al Libro Sacro, l' osservazione si applica alla preghiera.

Il più, il meglio, viene detto, o piuttosto non detto, negli intervalli intercorrenti tra una parola e l'altra.

Nel dialogo d'amore c'è sempre un non-dicibile che può essere consegnato esclusivamente ad una comunicazione più profonda ed affidabile di quella delle parole.

Prega, dunque, NEL silenzio.

Prega COL silenzio.

Prega IL silenzio.

“...Silentium pulcherrima caerimonia...” , dicevano gli antichi.

Il silenzio rappresenta il rito più bello, la liturgia più grandiosa.

E se proprio non puoi fare a meno di parlare, accetta tuttavia che le tue parole vengano inghiottite nella profondità del silenzio di Dio.

Il sussurro di Dio

Il Signore parla nel rumore o nel silenzio?

Rispondiamo tutti: nel silenzio.

E allora perchè non facciamo silenzio qualche volta?

Perchè non ascoltiamo, appena si percepisce un qualche sussurro della Voce di Dio vicino a noi?

E ancora: Dio parla all'anima agitata o all'anima quieta?

Sappiamo benissimo che per tale ascolto deve esserci un po' di calma, di tranquillità; occorre un po' isolarsi da ogni eccitazione o stimolo incombenti.

Essere noi stessi, da soli, essere dentro di noi.

Ecco l'elemento essenziale: dentro  di  noi.

Perciò il luogo dell'incontro non è fuori, ma all'interno.

E' bene quindi creare nel proprio spirito una cella di raccoglimento perchè l'Ospite Divino possa incontrarsi con noi.  (dagli Insegnamenti di Papa Paolo VI)