LETTERA AGLI SPOSI


(Pedron Lino)

 

Indice:

Il matrimonio cristiano
Mezzi pratici per convertirsi

I mezzi spirituali per vivere questa conversione personale di coppia

Cari sposi, il Signore vi ama, come singoli e come coppia, qualunque sia la situazione in cui vi trovate.

Il Signore aiuta tutti. A tutti, dunque, rivolgiamo un invito alla speranza e alla gioia. Il Signore ama tutti con amore incondizionato. Egli dice a ciascuno: Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e ti amo... Non temere perché io sono con te (Is 43, 4-5).

Il Signore ama e benedice voi, i vostri figli e tutta la vostra discendenza.

È lui in persona che vi parla: Così dice il Signore: Non temete... Spanderò il mio spirito sulla vostra discendenza, la mia benedizione sui vostri posteri; cresceranno come erba in mezzo all’acqua, come salici lungo acque correnti (Is 44, 2-4).

Voi siete nelle mani di Dio. Egli vi ama personalmente, profondamente, infinitamente.

Il matrimonio cristiano

Il matrimonio cristiano non è solo una formalità amministrativa o burocratica e neppure una semplice convenzione sociale, ma in modo più profondo è una vocazione.

Che cosa è una vocazione?

La vocazione è una chiamata di Dio. La vocazione al matrimonio è una chiamata molto particolare a vivere in un certo stato di vita. Leggiamo nella Bibbia: Il Signore Dio disse: Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile... Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne (Gen 2, 18-24).

È uno stato molto particolare quello che il Signore propone nel matrimonio: uomo e donna si trovano insieme per costruire questa piccola società che è la coppia e la famiglia.

E il matrimonio non è solo una chiamata a costruire questa cellula della società, ma è anche una chiamata a crescere, a moltiplicarsi e a produrre frutti.

I frutti del matrimonio sono vari: i figli, le opere di giustizia, di pace e di amore, tutte le opere buone che la coppia deve produrre.

Il matrimonio cristiano per gli sposati è l’impegno più importante; più importante del lavoro, della professione, della carriera e di qualunque altro impegno sociale o cristiano.

La coppia è unica e irripetibile, e unica è la sua vocazione nel piano di Dio non soltanto a livello spirituale, ma anche a livello pratico, cioè nella costruzione della chiesa e della società. Affermando questo vogliamo dare il giusto risalto alla grandezza della chiamata e del progetto di Dio sulla singola famiglia.

Ma se Dio vi avesse dato una grande vocazione e contemporaneamente non vi avesse dato anche i mezzi adeguati e sufficienti per realizzarla, la vostra delusione sarebbe certamente grande e la vostra tristezza pungente, perché voi conoscete bene la vostra debolezza e la vostra mancanza di volontà per rispondere a questa chiamata molto impegnativa.

Per rispondere a questo invito il Signore vi dà un mezzo molto potente che si chiama la grazia del sacramento del matrimonio.

Cosa vi dà il sacramento del matrimonio? Molte cose, ma la più importante è questa: Dio si impegna accanto a voi e con voi per la buona riuscita di questo progetto suo e vostro.

Qualunque siano state le circostanze che vi hanno portato al matrimonio, Dio resta per sempre impegnato con voi nel vostro matrimonio.

La fedeltà di Dio è ben altra cosa della fedeltà dell’uomo e della donna. Dio si impegna con la totalità di se stesso e della sua onnipotenza; e, quindi, se la coppia trova delle difficoltà, Dio è là con la sua onnipotenza e aiuta gli sposi con tutta la sua misericordia.

Dio ha un piano d’amore sulla vostra coppia e sulla vostra famiglia per portarvi alla felicità. Egli si impegna a usare tutti i suoi mezzi per aiutarvi a realizzare questo piano d’amore.

Il papa Giovanni Paolo II dice: Il sacramento del matrimonio vi dà una potenza spirituale per rinforzare l’unione matrimoniale, superare tutte le crisi e risolvere tutti i problemi della vita in comune. Per ottenere questo basta che vi rivolgiate a Dio e apriate a lui il vostro cuore.

La riuscita della vostra coppia non è quindi solo un affare vostro, che dipende solo da voi, ma è anche e soprattutto un affare nel quale si è impegnato direttamente Dio stesso.

Il successo del vostro matrimonio dipende principalmente da lui ed è per questo che dovete domandargli e accettare il suo aiuto.

Dio si è impegnato con voi in tutta la realtà del vostro matrimonio: umana e cristiana, materiale e spirituale.

Dio non si è impegnato solo per la parte spirituale del vostro matrimonio, ma anche per gli aspetti materiali di esso: per gli aspetti psicologici, affettivi e fisici.

La coppia deve scoprire la perla preziosa (Mt 13,46) del proprio matrimonio: la presenza di Dio nella coppia e nella famiglia. Come fare perché la vostra famiglia diventi più cristiana? Bisogna ritornare al Signore con tutto il cuore (Ger 2,12), convertirsi e credere al vangelo (Mc 1,15).

 Mezzi pratici per convertirsi

a) Lo sguardo positivo

È per mezzo di questo sguardo positivo sul vostro coniuge che potete lodare il Signore che ve lo ha dato, qualunque cosa pensiate dell’altro in questo momento.

Questo sguardo positivo è un mezzo molto concreto. Consiste nel ricercare deliberatamente, sistematicamente, ogni giorno, nel vostro coniuge uno o più aspetti positivi, un gesto compiuto o una reazione, una parola o qualunque altra cosa positiva da parte sua, e ringraziarne il buon Dio.

Se non avete ancora questa bella abitudine, provate ad impararla. Bisogna esercitarsi e pensarci. Dovete decidervi ad avere uno sguardo positivo, ottimista sul vostro coniuge.

Lo sappiamo tutti che è più facile e più istintivo avere uno sguardo negativo sul coniuge, vedere, sottolineare e macinare nel nostro cervello gli aspetti negativi, i difetti.

Purtroppo noi vediamo sempre, sistematicamente, e facciamo notare gli aspetti che non vanno.

Sì, lo ripetiamo, è più facile e più spontaneo avere uno sguardo negativo sul coniuge: da qui nascono le chiusure, il giudicare, il condannare: tutte cose che comprimono, schiacciano e qualche volta disintegrano il vostro amore. Lo sguardo positivo, invece, è uno sguardo d’amore sull’altro, nonostante le sue evidenti carenze e debolezze.

Gesù aveva uno sguardo positivo sulla gente che incontrava. Ricordiamo lo sguardo sul giovane ricco: Fissatolo lo amò (Mc 10,21). Gesù ha avuto uno sguardo positivo e pieno d’amore su quest’uomo anche se sapeva che egli avrebbe rifiutato l’invito e se ne sarebbe andato via triste.

Questo sguardo positivo poggia su una decisione: sulla decisione di aprire il proprio cuore all’altro. Non è sentimentalismo, anzi, è il contrario del sentimentalismo. È una decisione: non dipende dunque dall’umore del momento, ma è un atto di volontà.

Quindi non si può avere uno sguardo positivo sul coniuge solo quando si è dormito bene, ci si è alzati con il piede giusto e quando se ne ha voglia: dev’essere una decisione da uomo e da donna adulti e liberi.

Non è neppure un atteggiamento di compiacenza reciproca o un fermarsi a guardarsi reciprocamente negli occhi e dirsi con atteggiamento melodrammatico: Oh! quanti aspetti positivi hai! È una decisione che ci si deve sforzare di mantenere con l’aiuto di Dio.

Questo sguardo positivo è un mezzo terapeutico molto efficace per la coppia perché dà sempre più voglia di amare, al contrario di quanto avviene quando lo sguardo è sempre negativo e critico.

Leggiamo nel vangelo di Marco: Gesù si trovava a Betania nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: "Perché tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest’olio a più di trecento denari e darli ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: "Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un’opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ciò che era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto" (Mc 14,3-9).

Abbiamo qui due esempi tipici dello sguardo positivo e dello sguardo negativo. Quando questa donna versò l’unguento sul capo di Gesù mise tutto il suo cuore in quel gesto, ma alcuni dei presenti videro subito l’eventuale aspetto negativo del gesto: il prezzo enorme del profumo, a loro avviso, sprecato.

La giudicano, la condannano e aggiungono: Si poteva benissimo vendere quest’olio a più di trecento denari e darli ai poveri!. Gesù invece ha uno sguardo positivo su questa donna.

Egli conosce bene le debolezze di lei, ma capisce altrettanto bene l’intenzione del suo cuore e la ama: per questo sarà salvata.

Lo sguardo positivo è qualcosa che vi apre alla speranza e vi permette di abbandonare le vostre idee preconcette sull’altro, il vostro giudizio sull’altro, le vostre esperienze passate con l’altro. Ditevi ogni giorno e più volte al giorno: mi aspetto qualcosa di bello e di positivo dall’altro, gli dò fiducia, lo aiuto a crescere, a divenire se stesso, ad espandersi e ad essere felice.

Quando si è sposati per sempre con qualcuno, è meglio prendere questa strada che quella opposta.

Sarà proprio la grazia del Signore che vi permetterà di cambiare completamente il vostro sguardo sull’altro.

Qualunque cosa ci sia stata fra di voi fino a questo momento provate con fiducia questo primo mezzo pratico: lo sguardo positivo.

b) Gli atti positivi

Non basta avere uno sguardo positivo sull’altro, ma bisogna anche agire positivamente nei confronti dell’altro. Come lo sguardo positivo, anche l’atto positivo deve poggiare sulla decisione di aprire il cuore all’altro, di cercare ciò che può fare piacere all’altro tenendo conto dei suoi desideri, dei suoi gusti e non soltanto dei nostri.

Bisogna trovare delle piccole cose concrete come al tempo del fidanzamento. Allora avevate molta fantasia e molta inventiva per piacere all’altro ed eravate disposti a tutto.

Dovete proprio ritrovare la freschezza degli inizi del vostro amore e trasfonderla in questi atti positivi.

Questi atti positivi non sono affatto spontanei: sono frutto di volontà, di impegno e, spesso, di sacrificio.

E non trovate la scusa degli svogliati, di coloro che si sentono giusti, migliori, creditori, in una parola, dei farisei: Sono sempre io che faccio degli sforzi per far contento l’altro, che devo prendere l’iniziativa, che devo lasciar perdere i miei diritti e i miei gusti. Anche se faccio degli sforzi, lui (o lei), non vede mai niente, non dà nessun segno di accorgersene o di gradire... Non serve che io l’aiuti, tanto lui (o lei) rifà tutto il lavoro dietro le mie spalle... In ogni caso lui (o lei) non capirà e non apprezzerà mai... Oppure: Ho già provato a fare degli atti positivi ma non è servito a niente, non funziona, e allora ho lasciato perdere...

Vedete com’è facile accumulare delle ferite interiori e dei rimproveri nei confronti dell’altro anche se non si manifestano all’esterno.

Quello che è importante è imparare, alla scuola di Gesù, la gratuità del dono. L’atto positivo che tu farai per il tuo coniuge non deve aspettarsi subito e ogni volta una contropartita immediata. Un atto d’amore che tu fai non è mai privo di valore e senza frutto, anche se non ne vedi subito i risultati.

Nel regno di Dio il bene ha sempre valore e, prima o poi, questi gesti positivi porteranno dei risultati nel vostro matrimonio.

Come vedete sono cose semplici e molto concrete che potete decidere immediatamente di incominciare a fare.

c) Dovete porvi concretamente la domanda: Cosa c’è in me da convertire, da cambiare?

Noi vediamo sempre ciò che non va negli altri; nel caso vostro, ciò che non va nell’altro, e siete impazienti di vedere dei progressi nel vostro coniuge e vi accorgete che questi progressi sono troppo lenti e vi scoraggiate e perdete la fiducia nei suoi confronti e lasciate cadere l’aquilone delle speranze perché vedete sempre le sue cadute e le sue inadempienze.

È bene che vi chiediate: Non c’è anche in me qualcosa che deve cambiare per far progredire la nostra vita di coppia invece di rimproverare il coniuge come se fosse l’unico responsabile dei guai e degli insuccessi della nostra coppia e della nostra famiglia?

Bisogna che ognuno si domandi: Ma non devo proprio cambiare niente nella mia vita, non devo convertirmi anch’io per aiutare il mio coniuge a progredire nel bene?

Un primo punto di conversione sicuramente bisognoso di miglioramento è il modo di parlare all’altro, al coniuge.

Può dipendere proprio dal modo in cui gli parlate il farlo felice o infelice. Se gli parlate con tono brusco e in modo sbagliato, anche se dite delle cose giustissime di cui egli stesso (o lei stessa) è convinto, tuttavia dirà: Che barba! o frasi ancora più pesanti non riferibili in questo contesto.

Ponetevi dunque questa domanda davanti al Signore: Che cosa c’è in me da cambiare? Certamente scoprirete dei punti che devono essere modificati anche su questioni in cui credevate di essere a posto o addirittura perfetti.

Nella preghiera ben fatta potrete rendervi conto degli atteggiamenti sbagliati nei confronti del vostro coniuge e chiedere al Signore di cambiare il vostro atteggiamento farisaico.

A questo proposito leggiamo il vangelo di Luca: (Gesù) disse ancora una parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri: Due uomini salirono al tempio a pregare; uno era fariseo e l’altro pubblicano.

Il fariseo, stando in piedi, pregava così fra sé: "O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano...".

Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato (Lc 18,9-14).

d) Il perdono

Il più importante mezzo pratico di conversione è il perdono. Gesù dice: Se presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono (Mt 5,23-24). Il tuo fratello più prossimo è certamente tua moglie o tuo marito. Riconciliarsi, perdonare e farsi perdonare è difficile soprattutto le prime volte, poi sempre di meno.

Il perdono presenta molti vantaggi. Prima di tutto rende felice colui che decide di domandare perdono perché quando si è chiesto e ottenuto il perdono si è nella gioia. E voi sapete che il perdono è il rimedio migliore contro la divisione nelle coppie e nelle famiglie. Il perdono libera dal peso del rancore, tocca il cuore dell’altro e lo guarisce. Il perdono farà crescere l’altro e farà crescere il vostro amore reciproco.

Quando si perdona non si riparte da zero, ma da un punto più alto. Il fatto più importante è che il perdono chiesto dall’uno o dall’altra è un appello all’altro, un appello alla sua misericordia e questa richiesta di perdono esige una risposta dall’altro. È importantissimo che quando domandate perdono al vostro coniuge egli (o lei) vi dica: Ti perdono. Non basta non rifiutare o non dire niente: bisogna dire positivamente con le parole o con un gesto inequivocabile e facilmente comprensibile: Ti perdono. E in quel momento non è proprio il caso di chiedere spiegazioni o di rivoltare la frittata. Non è proprio il caso né il momento giusto per fare la morale all’altro. Bisogna fare come il padre del figlio prodigo: quando il figlio ritorna non gli fa la paternale né l’interrogatorio di terzo grado, non gli chiede la cronaca dettagliata dei suoi trascorsi, ma lo accoglie nella sua misericordia e gli fa una grande festa. E questo fa sì che il figlio ridiventi vero uomo, integrato totalmente nei suoi diritti e doveri all’interno della sua famiglia.

È evidente che noi non sappiamo perdonare. Leggiamo nel vangelo di Matteo: Allora Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette" (Mt 18,21-22).

Dovete dunque andare a scuola di perdono, andare ad imparare la misericordia. Questa scuola è il sacramento della riconciliazione. Per perdonare il vostro coniuge dovete celebrare il sacramento della misericordia e del perdono. Bisogna necessariamente e prima di tutto che prendiate coscienza che anche voi avete bisogno di essere perdonati da Dio. Dovete essere felici di accogliere il perdono di Dio per poterlo donare più facilmente al vostro coniuge.

Il perdono è impossibile agli uomini. Esso ha la sua sorgente nel perdono che noi riceviamo da Dio.

e) Il tempo passato insieme come coppia

Prima di passare ai mezzi spirituali per la vostra conversione vediamo ancora un ultimo mezzo pratico. Lo chiameremo la serata della coppia o il tempo della coppia.

Rendetevi conto che spesso dopo un periodo di matrimonio siete presi da tante occupazioni: dai figli, dal lavoro, dagli impegni sociali ed ecclesiali e non trovate più il tempo per stare insieme voi due in maniera gratuita. Non vi prendete più il tempo per curare e festeggiare la vostra vita di coppia, il sacramento del vostro matrimonio. Esaminate come impiegate il vostro tempo e vi accorgerete, per esempio, che voi uomini avete una quantità di impegni professionali che annotate scrupolosamente nella vostra agenda, ma tra i tanti svariati impegni non figura mai il tempo da passare con la moglie, da soli, senza i figli, tutti e due insieme per una serata diversa, per una gita, per andare a teatro o per uscire a cena.

È molto importante trovare dei momenti nei quali siete di nuovo soli, tranquilli, come quando eravate fidanzati o giovani sposi. Questi momenti, poi, vanno preparati pensandoci prima, programmandoli e soprattutto vivendoli con disponibilità e con cuore aperto perché sono una gioia e una festa.

Questi momenti sono importanti sotto tutti i punti di vista. Prima di tutto per voi perché potete uscire per un po’ di tempo dai vostri problemi quotidiani per stare insieme tranquillamente. Poi per i vostri figli perché vedranno che papà e mamma si amano e sono felici di stare insieme. Non dite che a causa dei figli non trovate mai un momento libero per stare tranquilli insieme. Al contrario, se saprete trovare un po’ di tempo per voi, dopo sarete più disponibili per i figli.

Questo incontro di coppia dovete programmarlo regolarmente altrimenti tutte le altre occupazioni passeranno avanti. Questo è uno degli appuntamenti più importanti della vostra vita: è il momento in cui il vostro amore può crescere e consolidarsi.

Se questo appuntamento è importante ne consegue che non dev’essere troppo diradato nel tempo: se non è possibile trovare una serata ogni settimana, trovatela almeno ogni quindici giorni. Per fare questo bisogna forse (o senza forse) decidersi di eliminare qualche impegno, anche ecclesiale: eliminatelo senza alcuna esitazione. Come abbiamo detto prima, il vostro primo dovere è di essere coppia.

Questa serata (o questo momento di tempo libero) non dev’essere trascorsa necessariamente fuori casa: l’importante è che sia trascorsa senza interferenze di qualsiasi genere, sia da parte dei figli che di altre persone. A questo proposito mi sembra superfluo ricordare che le interferenze più frequenti e più fastidiose potrebbero essere il televisore acceso o il telefono che squilla: eliminateli entrambi. Mangiate tranquillamente e conversate senza guardare l’orologio: la fretta e il da fare sono spesso scuse perché non si vuole dialogare seriamente: evitate le fughe davanti a questo vostro impegno fondamentale anche se qualche volta è tutt’altro che facile o divertente soprattutto se, dopo anni di trascuratezza, vi sentite un poco arrugginiti. Vi prego, non sottovalutate l’importanza della cosa: non è una bambinata d’altri tempi o d’altre età: è un’esigenza moderna, modernissima, è un rimedio al dramma dell’incomunicabilità che produce grossi guai nella coppia e nella famiglia.

In questa serata che passate insieme non manchi qualche atteggiamento tipicamente cristiano: un momento di preghiera particolarmente curato o la lettura e l’ascolto di qualche sussidio che vi illustri la vostra vita cristiana di coppia o, comunque, di qualcosa di cui sentite particolarmente bisogno per migliorare la vostra situazione spirituale di coppia.

Tutti questi mezzi pratici di cui abbiamo parlato (lo sguardo positivo, gli atti positivi, la ricerca della conversione personale, il perdono reciproco, il tempo passato insieme come coppia), tutti questi elementi vi aprono un po’ alla volta l’uno all’altro e vi aiuteranno a riconoscervi diversi l’uno all’altro, né superiori né inferiori all’altro, ma differenti l’uno dall’altro: diversi nelle reazioni, nel temperamento, nei gusti, ma complementari l’un l’altro. E questo vi aiuterà ad accettarvi l’un l’altro così come siete, come il Signore vi accetta così come siete. Sappiamo che ci vuole molta pazienza e molta misericordia per accettarci così come siamo.

 

I mezzi spirituali per vivere questa conversione personale di coppia

Considereremo sei mezzi.

a) La preghiera personale

La preghiera personale è prima di tutto un incontro personale con il Signore che ci illumina, ci guida, ci incoraggia, ci parla, ci ascolta e ci risponde. Se volete che la vostra coppia e la vostra famiglia crescano nella luce del Signore è indispensabile che voi preghiate seriamente tutti i giorni.

Dovete trovare un po’ di tempo per la preghiera personale tutti i giorni. Ciascuno cerchi e programmi il tempo migliore e sufficiente per questo incontro con il Signore. Se non fisserete degli orari precisi per questo incontro non troverete mai il tempo per fermarvi a pregare un momento.

E non fate subito il proposito di pregare un’ora al giorno: basterebbe, come primo passo, che stabiliate di pregare dieci minuti, se no vi scoraggerete in partenza.

Poi vedrete che potrete arrivare anche ad un’ora di preghiera e vi arriverete di fatto.

Quello che conta è la fedeltà a questo impegno che prendete con il Signore. E per essere fedeli non si può lasciare il tempo e il modo al caso.

Bisogna fissare un tempo preciso e un luogo preciso per la preghiera, altrimenti la tramanderemo e ci dimenticheremo e saranno più i giorni in cui trascureremo l’impegno che quelli nei quali lo adempiremo con cura e fedeltà.

Ci sono dei luoghi dove è più facile trovarsi con il Signore: di solito è più facile in chiesa che davanti al televisore acceso.

La preghiera personale non è riservata solo alle casalinghe o alle signore in genere, ma è anche per i signori uomini anche se sono molto occupati (o dicono di esserlo), anzi proprio perché sono molto occupati devono trovare un momento per pregare tutti i giorni.

Non ci soffermiamo ora a parlare della preghiera in genere e della preghiera personale in specie: lo abbiamo già fatto in altre occasioni.

Qui vogliamo solo segnalarvi qualche frutto, qualche risultato che potete e dovete attendervi dalla vostra preghiera personale a beneficio della vostra vita di coppia.

Prima di tutto questa preghiera personale avrà l’effetto di rinnovare il vostro cuore e il vostro sguardo nei confronti dell’altro. Nella preghiera Dio vi insegnerà e vi aiuterà ad abbandonare le vostre idee su di voi e sul vostro coniuge e soprattutto sul modo in cui voi credete che lui (o lei) debba convertirsi. E questo vi renderà disponibili non solo verso il Signore, ma anche verso il vostro coniuge. Se avete qualche boccone amaro da trangugiare e non ce la fate, dite al Signore: Signore, aiutami a mandar giù anche questo, aiutami a perdonare e il Signore vi aiuterà sicuramente: il Signore è commosso dalla preghiera sincera, umile e semplice.

b) Preghiera per il coniuge

Noi preghiamo volentieri per molte intenzioni, per il mondo intero, ma non capita molto di frequente di pregare per i nostri familiari.

Voi forse non pregate molto per vostra moglie o vostro marito: non ci si pensa o, peggio, si crede che non serva a nulla perché non può accadere nulla, perché ormai non può più cambiare nulla. Invece il pregare per il proprio coniuge è un mezzo potentissimo per avvicinarsi l’un l’altro, per riprendere fiducia, per perdonarsi, per far risuscitare in entrambi la gioia e il gusto di amarsi ancora meglio.

Non pregate genericamente, ma parlate con il Signore di qualche aspetto concreto e preciso della vita del vostro coniuge.

Inoltre chiedete all’altro che preghi per la vostra conversione o per aiutarvi a superare qualche momento difficile che state attraversando.

In questo modo vi sentirete uniti nel Signore e troverete materia seria e attuale per un dialogo di coppia che non si riduca sempre alle solite banalità trite e ritrite.

c) Ascoltare la parola di Dio

Bisogna leggere la Bibbia. Dovete ascoltare Dio che vi parla personalmente, che dialoga con voi dei vostri problemi concreti. Dovete approfittare di qualche momento libero, di qualche fine settimana per ascoltare più attentamente, più a lungo e con più calma e disponibilità ciò che Dio ha da dirvi.

A questo proposito ascoltiamo il Signore che ci parla: Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica è simile ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande (Mt 7,24-27).

La parola di Dio fonda la vostra vita personale e di coppia. Questa casa che egli vuole fondare sulla sua parola è la vostra coppia e la vostra famiglia: per questo dovete mettervi in ascolto della parola di Dio e non cercare la vostra verità, ma quella del Signore.

Ma non basta ascoltare, bisogna mettere in pratica perché, se non mettete in pratica la parola ascoltata, la vostra casa è fondata sulla sabbia. E quando attraverserete le immancabili prove della vita tutto vi crollerà addosso se non siete fondati sulla roccia della parola di Dio e la pratica seria di questa parola.

d) I Sacramenti

Noi cattolici abbiamo la grande fortuna di beneficiare di questi tesori che la Chiesa nella sua grande sapienza mette a nostra disposizione: i sacramenti che sono il viatico per tutta la vita. In particolare due sacramenti ci riguardano più da vicino: l’eucaristia e la riconciliazione.

Io non esito a dirvi senza preamboli: Andate alla comunione tutte le domeniche e anche più spesso, durante la settimana. Il nuovo codice di diritto canonico ci autorizza ad andare alla comunione anche due volte al giorno.

Ora ciò non vale solo per le monache di clausura, ma vale soprattutto per noi, gente di mondo, che siamo più esposti alle difficoltà, ai pericoli e alle tentazioni del maligno.

Se voi comincerete ad andare alla comunione due o tre volte in più durante la settimana, tutta la vostra vita cambierà certamente in meglio. E non dite che non vi è possibile perché avete tanto da fare.

Tralasciate le chiacchiere, le banalità e tante altre storie e troverete il tempo per la messa quotidiana e ne troverete d’avanzo. Cominciate con l’andarvi una volta alla settimana e poi aumentate gradualmente la frequenza: anche per la comunione vale il detto popolare: l’appetito vien mangiando.

E se quanto vi sto dicendo non vi convince, vi dirò di più: ci sono delle persone più altolocate di voi, più occupate di voi, che vanno tutti i giorni a messa e alla comunione.

Questo incontro con Dio dà luce e forza per organizzare meglio il proprio tempo e per selezionare meglio le cose da fare eliminando tutte le fatuità che occupano tanto spazio nella nostra giornata.

Per quanto riguarda il sacramento della riconciliazione e la sua importanza voglio ricordarvi solamente tre cose: solo chi si accosta alla misericordia di Dio riesce ad essere misericordioso; solo chi gusta la gioia di essere perdonato da Dio trova la gioia di perdonare il fratello; solo chi riconosce il proprio peccato, non si scandalizza del peccato altrui.

e) L’aiuto fraterno reciproco

Per vederci meglio nella vostra vita di coppia e per aiutarvi dovete dare e ricevere l’aiuto reciproco tra coppie.

È necessario avere qualche fratello o qualche sorella nel Signore ai quali vi confidate per avere un aiuto nella edificazione cristiana della vostra coppia. Non si tratta di cercare e di trovare uno psicologo o un consulente di coppia, ma un fratello, una sorella o, meglio ancora, una coppia, che vi aiuti ad amarvi di più e che vi stia vicina con discrezione e disponibilità ogni volta che avete bisogno.

Bisogna che questi amici siano persone piene di sapienza e di Spirito Santo, che non basino la loro amicizia unicamente su motivazioni umane, ma su un amore cristiano, divino: devono essere degli amici e dei fratelli in Cristo.

È meglio che questa coppia di amici sia, ordinariamente, al di fuori della cerchia dei parenti perché così sarà meno influenzata dalla voce del sangue e potrà avere una visione molto più giusta di quello che funziona o non funziona nella vostra famiglia.

Se vivrete tutto questo nell’amore di Dio imparerete ad accettare i consigli perché sarete convinti che quel fratello o quella coppia vogliono soltanto aiutarvi senza interessi personali o secondi fini.

È chiaro che per cercare e accettare dei consigli bisogna partire dalla convinzione che la vostra coppia e la vostra famiglia non sono perfette: occorrono tanta obiettività e tanta umiltà.

Questa amicizia è tanto importante perché se rimarrete tutti soli nel vostro guscio, nel vostro angolino, se rifiutate gli aiuti dei fratelli e delle sorelle nel Signore non riuscirete a progredire realmente o sarà sempre un fuoco di paglia.

Dovete pregare molto il Signore perché vi faccia incontrare fratelli e sorelle esemplari e perché vi faccia evitare i chiacchieroni e i perditempo che, invece di esservi di aiuto, affosserebbero la vostra vita cristiana frenando il vostro slancio verso l’impegno serio e la santità.

f) La testimonianza

Tutto quello che abbiamo ricevuto nella vita dobbiamo comunicarlo e donarlo agli altri.

Voi sposi cristiani dovete testimoniare soprattutto ciò che vi ha aiutato a vivere santamente la vostra realtà di immagine di Dio.

Questa testimonianza è una parola di vita per le coppie che vi incontrano.

Non aspettate di essere una coppia perfetta per testimoniare le cose buone che il Signore ha operato in voi e per mezzo di voi. Se avete qualcosa di buono da condividere e da testimoniare, datelo con umiltà e generosità.

Testimoniare è ringraziare Dio per quello che ha fatto per noi. Ogni volta che rendiamo testimonianza di un fatto positivo che il Signore ha fatto per noi, ciò apre maggiormente il nostro cuore a quanto il Signore farà ancora per noi.

Quindi non conserviamo egoisticamente per noi questi piccoli tesori di grazia: ciò che non è condiviso è sciupato.

Tra tutti questi mezzi e queste idee che vi abbiamo proposto, sceglietevi un punto o due che vi hanno particolarmente interessato e che vi necessitano maggiormente e decidete di metterli in pratica come impegno prioritario.

Se la cosa funziona, metterete in pratica anche gli altri. Oppure trovatevi voi stessi degli altri mezzi per progredire e camminare in coppia verso il Signore: la lista che vi abbiamo proposto è solo indicativa, non esaustiva.

È importante fare tutto questo gradualmente, un poco alla volta, e non proporsi una meta troppo ambiziosa fin dall’inizio.

Quindi decidete una o due cose e siate fedeli a questa decisione: ci vogliono costanza e fedeltà nel poco per giungere alla costanza e alla fedeltà nel molto.

Dio vi vuole veramente felici come singoli e come coppia. Ma di quale felicità si tratta? È la felicità che vi propone il mondo con le sue riviste, i film o gli altri mezzi di comunicazione? Non si tratta della felicità del mondo.

Gesù vi ha promesso la sua gioia, la gioia stessa di Dio: si tratta di una felicità molto diversa dal piacere perché è orientata verso il bene e la crescita dell’altro.

Dovete scoprire che Dio è la sorgente del vostro amore e che la gioia è un riverbero di questo amore. Amore e gioia sono doni dello Spirito Santo: dovete chiederli fervidamente nella preghiera a Dio che non rifiuta nulla ai propri figli.

Questo amore e questa gioia possono esistere contemporaneamente con le prove della vita. Essere amati da Dio non significa essere risparmiati dalle sofferenze, dai disagi e dalla morte: la vita di Gesù, figlio amatissimo del Padre è illuminante a questo proposito. Proprio Gesù non ci ha mai detto che seguendo lui non avremmo mai avuto prove e difficoltà, ma ci ha detto chiaramente che la gioia che lui ci dà nessuno ce la potrà togliere (Gv 16,23).

Concludiamo con due citazioni della parola di Dio che sintetizzano quanto abbiamo detto: Non conformatevi alla mentalità di questo mondo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2).

Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,24).